Domande & risposte sull’iniziativa sull’alimentazione

L’iniziativa sull’alimentazione limiterebbe la libertà di consumo, costringerebbe la popolazione a seguire una dieta prevalentemente vegana e porterebbe a un aumento dei prezzi delle derrate alimentari. Anche i suoi obiettivi sono del tutto irrealistici. Provocherebbe gravi danni all’agricoltura e al resto dell’economia.

In Svizzera un’agricoltura senza allevamento animale non avrebbe senso né dal punto di vista ecologico né da quello economico. Per ragioni topografiche non possiamo utilizzare la maggior parte delle superfici agricole direttamente per l’alimentazione umana. Solo in una piccola parte è possibile la campicoltura. Oltretutto il letame e il liquame sono dei fertilizzanti locali di alta qualità. Nutrono le colture vegetali e mantengono la fertilità del suolo. Un’agricoltura il più sostenibile possibile è caratterizzata da una combinazione di produzione animale e vegetale e da cicli chiusi dei nutrienti.

Non ufficialmente, ma nella pratica sarebbe necessaria una massiccia restrizione, imposta dallo Stato, del consumo di derrate alimentari di origine animale. Con conseguenze drastiche per l’agricoltura e l’industria alimentare locali. Carne, latte o uova diventerebbero beni di lusso.

SÌ. I costi di produzione aumenterebbero poiché il controllo dei consumi, la minore produzione e ulteriori norme ambientali farebbero di certo aumentare i prezzi. Le famiglie con un reddito basso sarebbero particolarmente colpite. Solo le famiglie benestanti potrebbero permettersi carne e altri prodotti di origine animale. Ad esempio, per l’obbligo di impiegare solamente sementi riproducibili, i raccolti di verdure, cereali, colza e molte altre colture vegetali diminuirebbero, il che le renderebbe anche più costose.

Oui, des programmes et des plans d’action étendus sont déjà en cours pour améliorer spécifiquement la durabilité écologique de l’agriculture et de l’industrie alimentaire suisses. Ces mesures sont assorties d’objectifs concrets à atteindre. Qui plus est, il est prévu de faire de la politique agricole 2030+ une politique alimentaire globale.

L’iniziativa esige che la Svizzera aumenti il proprio grado di autoapprovvigionamento almeno al 70%. Vuole raggiungere questo obiettivo principalmente attraverso l’aumento della produzione e del consumo delle derrate alimentari di origine vegetale. Il contenuto dei nostri piatti diventerebbe così una questione di Stato e alla popolazione verrebbero imposte le proprie abitudini alimentari.

No, questa affermazione è falsa. Circa il 60% delle misure di sostegno all'agricoltura (pagamenti diretti, misure per la produzione, miglioramenti strutturali) non è attribuibile alla produzione animale o vegetale. I pagamenti diretti, che costituiscono la parte principale, sono legati alle superfici gestite e non contengono alcun incentivo alla produzione di alimenti di origine animale. Un sostegno diretto all'allevamento è garantito dai programmi per il benessere degli animali, che compensano gli allevamenti particolarmente rispettosi degli animali, dai contributi di estivazione per le regioni alpestri e dai supplementi per il formaggio. Questi ultimi compensano l'abolizione dei dazi doganali sull'importazione di formaggio.

Le nuove norme non colpirebbero solo molte aziende agricole, ma anche l’intero settore della trasformazione. Ciò avrebbe a sua volta un impatto enorme anche per tutti i settori ad esso correlati a monte e a valle, nonché sull'offerta nel commercio al dettaglio e nella ristorazione. La creazione di valore aggiunto in Svizzera verrebbe distrutta, con la conseguente chiusura di aziende e la perdita di posti di lavoro.

No, questa è una conclusione errata. Un’agricoltura sostenibile combina la produzione vegetale e quella animale. Gli animali da reddito forniscono fertilizzanti per le piante. Se l’attuazione dell’iniziativa non venisse accompagnata da rigorose restrizioni al consumo, la situazione ecologica sarebbe ancora peggiore. Le derrate alimentari di origine animale proverrebbero sempre di più da altri Paesi con standard più bassi in termini di ambiente e benessere degli animali e con vie e tempi di trasporto molto più lunghi.

L’agricoltura svizzera dispone di superfici coltivabili limitate ed è già alle prese con numerose sfide come il cambiamento climatico e il calo dei raccolti. Circa il 70% della superficie agricola è costituita da soli prati. Senza l’allevamento di mucche, pecore o capre, queste aree non potrebbero essere utilizzate per l’alimentazione umana.

L'iniziativa stabilisce dei requisiti come le sementi riproducibili. Con quest’ultime, la progenie ha le stesse caratteristiche delle piante madri. Le varietà moderne ad alto rendimento provengono solitamente da ibridi non riproducibili. Come risultato dell’iniziativa sull’alimentazione, i raccolti di verdure, cereali, colza e molte altre colture vegetali diminuirebbero fortemente. Inoltre, per la produzione vegetale mancherebbero delle preziose sostanze nutritive derivanti dal liquame e dal letame, che dovrebbero essere sostituiti con fertilizzanti artificiali importati.

L’allevamento di animali è la principale fonte di reddito dell’agricoltura svizzera. Questo è dovuto al fatto che in gran parte del Paese cresce solo erba. Se vogliamo produrre delle derrate alimentari lì, allora abbiamo bisogno di animali per la produzione di latte o carne. Anche il letame e il liquame provenienti dall'allevamento di animali sono importanti per la fertilizzazione delle colture vegetali e dei terreni fertili. L'iniziativa sull’alimentazione vuole imporre anche ulteriori requisiti, come ad esempio sementi riproducibili. Ciò ridurrebbe drasticamente i raccolti. L’iniziativa indebolirebbe l’agricoltura locale e con essa la nostra sicurezza alimentare in generale.

Le regioni di montagna e alpine si basano su un’economia di pastorizia. Senza animali da reddito, l’imboschimento delle superfici è qualcosa di certo. A ciò si accompagna la perdita di diversi preziosi habitat per gli animali e le piante e quindi della biodiversità.

Contatto

Alleanza contro l’iniziativa estrema sull'alimentazione
c/o Unione Svizzera dei Contadini
Laurstrasse 10
5201 Brugg

Telefono: 056 462 51 11

E-mail: info@iniziativa-alimentazione-no.ch

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